Il tema della fede coinvolge tutta la vita cristiana e la stessa salvezza. La fede è la prima delle tre virtù teologali. Senza la fede non c’è l’apertura della mente e del cuore alla Rivelazione di Dio. Nella vita, senza la fede c’è silenzio e buio, non ci sono risposte radicali e definitive ai problemi più scottanti dell’esistenza, come la sofferenza e la morte. La fede è luce, grazia, speranza, principio di ogni dono, fondamento del cammino cristiano.
Noi siamo e ci muoviamo tra i misteri della creazione e della redenzione. A noi, come creature umane ci si impone di riconoscere il limite della ragione e dell’esperienza condizionata dal gravame della materialità. I misteri sono dentro i sentieri della vita, nella storia dell’umanità, negli spazi illimitati dell’universo.
Credere è capire, vedere, andare oltre i confini del nostro essere ed aprirsi a Dio che parla e si rivela all’uomo attraverso il Figlio, Parola del Padre: “la Parola si è fatta uomo” (Gv 1,1). La fede è un atto di fiducia, di accoglienza e di abbandono alle verità rivelate, ma si è sempre soggetti ad incertezze e paure.
Quel monaco basiliano dubbioso che fu occasione del Miracolo di Lanciano rappresenta ognuno di noi. Quel monaco, va compreso, accolto, perdonato perché esprime realmente il nostro stato spirituale di fronte all’Eucaristia. In ogni celebrazione eucaristica dopo le parole della consacrazione, il sacerdote proclama “mistero della fede!”. È un miracolo non visibile e sperimentabile. Con gli occhi non vediamo la trasformazione del pane e del vino. Per questo sono ricorrenti i nostri dubbi, le supposizioni e le ipotesi.
Il Signore per facilitare la nostra comprensione ha parlato chiaramente: “dei piccoli è il regno dei cieli; beati i poveri nello spirito; siate semplici come colombe”. La consapevolezza-riconoscimento del nostro limite ad ogni livello apre alla verità delle parole di Gesù: “questo è il mio corpo, questo è il calice del mio sangue”.
Solo accogliendo questa profezia, l’Eucaristia si fa presenza e vita della nostra vita. S. Cirillo di Gerusalemme esorta “a non vedere nel pane e nel vino semplici e naturali elementi, perché il Signore ha detto espressamente che sono il suo corpo e il suo sangue: la fede te lo assicura benché i sensi ti suggeriscono altro”.
A Lanciano, dinanzi al Miracolo, nel silenzio, nella solitudine, nelle aspirazioni ed elevazioni di lode ed adorazione si può avere maggiormente la certezza delle parole di Gesù. Così la fede si fa luce, il mistero si apre, la mente accoglie, il cuore esulta.
Padre Silvio Di Giancroce
L’articolo fa parte di un libro scritto da un nostro frate che l’anno scorso è morto: padre Silvio Di Giancroce. Piano piano pubblicheremo il suo libro sul sito. Buona serata