Carissimi fratelli, sorelle e amici del nostro Santuario del Miracolo Eucaristico, il Signore vi dia pace! Condividiamo con voi la gioia di poter restaurare l’antico organo sito sulla balaustra della controfacciata del Santuario con decorazione esterna settecentesca, per meglio favorire le celebrazioni e le liturgie in esso officiate. Il suono dell’organo e il canto sacro sono mezzi efficaci per meglio favorire l’incontro con Dio. La liturgia quando è ben curata eleva l’anima ed è espressione di quell’eterna bellezza che ha redento il mondo. Comprendiamo le difficoltà del momento, le tante situazioni di incertezza e di precarietà presenti nei nostri contesti sociali, pur tuttavia, confidiamo nella provvidenza di Dio e anche nella solidarietà di tanti devoti e benefattori affinchè questo progetto possa realizzarsi. Chiunque desiderasse contribuire, secondo le proprie possibilità, può farlo effettuando il bonifico nella pagina delle Donazioni oppure effettuando una Donazione paypal sempre nella stessa pagina.
Inaugurata la mostra permanente sui Miracoli eucaristici del beato Carlo Acutis nel santuario del Miracolo Eucaristico di Lanciano
Il 10 ottobre la Chiesa ha dichiarato il quindicenne Carlo Acutis beato e noi come santuario abbiamo gioito perché Carlo amava particolarmente il Miracolo Eucaristico di Lanciano. Per questo sabato 7 novembre abbiamo inaugurato una mostra permanente sui Miracoli Eucaristici che lui realizzò durante la sua vita terrena.
Noi abbiamo scelto alcuni Miracoli, i più antichi e quelli degli ultimi 30 anni e di pubblicarli in italiano e in inglese perché la maggior parte di pellegrini che visitano il santuario sono stranieri.. Per poter godere di tutta la ricerca del beato Carlo Acutis basta andare sul sito www.miracolieucaristici.org dove ha raccolto storia e immagini di tutti i Miracoli Eucaristici avvenuti lungo i secoli in tutto il mondo.
La signora Antonia madre del beato, mercoledì 28 ottobre 2020 visitando il santuario ci ha ricordato l’amore preferenziale del giovane verso Lanciano e il suo Miracolo e noi abbiamo comunicato che a breve avremmo realizzato una mostra permanente sui miracoli eucaristici. Lei è rimasta molto contenta e ci ha promesso un grande dono: una sua reliquia in modo che possiamo esporla per il culto pubblico nella chiesa.
Siamo tutti invitati a gustare il genio e la devozione del beato Carlo Acutis attraverso questa mostra!
Mamma del Beato Acutis in visita al santuario.
+++ ✨ LA SIGNORA ANTONIA A LANCIANO, LUOGO DOVE AVVENNE IL MIRACOLO EUCARISTICO ✨ +++
Pubblicato da Beato Carlo Acutis su Mercoledì 21 ottobre 2020
Coronavirus 2020. “Cento giorni”. L’artista ai tempi della pandemia
Sabato 26 settembre alle 18.30 nel Complesso Archeologico di san Legonziano, l’artista Paolo Spoltore fino al 20 ottobre, inaugurerà una mostra di sculture, nate dalla sua riflessione e meditazione durante i giorni della “chiusura” a causa del Coronavirus.
Eucaristia perché?
È una domanda che sorge spontanea in ogni credente. Vuol dire: perché Gesù l’ha istituita? Che significa l’Eucaristia per il cristiano? I perché sono congeniti alla nostra natura umana. Il senso del limite della ragione, i condizionamenti della materialità e del tempo ci impediscono di entrare nel campo del mistero che appartiene alla fede. Solo con la fede, nella fede e per la fede possiamo credere alle verità proposte dalla Parola di Dio. L’Eucaristia, perché? La risposta potrebbe essere molto ampia, ma sono sufficienti tre indicazioni essenziali.
Il primo perché: Gesù dopo la sua risurrezione non ha voluto lasciarci soli. Nell’Eucaristia è con noi: “sarò con voi sempre”. La strada della vita è lunga, faticosa e lui vuole camminare con noi per parlarci, per sostenerci, per consolarci. La sua compagnia è vitale. Il Verbo incarnato continua ad essere presente perché non lo dimenticassimo, perché potessimo ricorrere a lui in ogni situazione. La sua missione redentrice e salvatrice è viva ed operante oggi come quando era in mezzo agli uomini.
Il secondo perché: noi materialmente, psicologicamente e moralmente siamo fragili, siamo soggetti a scoraggiamenti ed esposti a gravi problemi di ogni genere nel corpo e nello spirito. Il Signore con l’Eucaristia ci vuole sostenere, fortificare, si vuole unire a noi per essere in comunione con noi. L’Eucaristia “pane di vita” viene mangiata, assimilata. È la divinità, la persona di Gesù con la sua potenza e la sua santità che viene a noi. Noi siamo in lui e lui è in noi. Siamo il corpo di Cristo, il suo tempio (cfr. 1Cor 6,15; Ef 5.3). Con Gesù in noi la vita può essere meno complicata, il cammino più spedito, i problemi più risolvibili. “Voi che siete affaticati ed oppressi venite a me ed io vi ristorerò” (Mt 11,25).
Il terzo perché: l’Eucaristia è memoriale della passione e morte del Signore. Si rinnova, si riattualizza continuamente nella Chiesa. Celebrare l’Eucaristia è ricordare quello che Gesù ha fatto per noi, inoltre è la sua partecipazione alle nostre sofferenze.
Nell’Eucaristia che si celebra, Gesù ci invita ad aver fede, ad abbandonarci come lui al Padre sulla croce, ad avere speranza perché la meta finale è la risurrezione, la vita eterna. Eucaristia, perché? Perché il tempo infrange sogni e attese della vita, e noi ci sentiamo fragili di fronte ai conflitti interminabili della quotidianità. Perché la paura, la stanchezza dei giorni, i flagelli del vento avverso spengono l’entusiasmo e il vigore delle ricerche e dei traguardi raggiunti.
Al di là del limite, contro la fralezza dell’essere, al di sopra delle resistenze a non credere c’è il pane del viaggio, l’Eucaristia. Gesù è vivo e presente oggi in mezzo a noi, ripercorre realmente, anche se invisibilmente le strade del nostro percorso esistenziale. Sono solamente alcuni dei tanti perché dell’istituzione dell’Eucaristia in quella sera del Giovedì santo, alla vigilia del ritorno di Gesù alla gloria del Padre.
L’Eucaristia è progetto eterno di Dio, sintesi di tutto l’itinerario salvifico. Nella prima Alleanza sono prefigurati molti segni e simboli dell’Eucaristia che preannunziano e profetizzano questo grande mistero di fede. L’evento è un fatto singolare, straordinario che inizia nel tempo e si sviluppa nella storia. L’Eucaristia evento perché? Perché abbraccia tutta la realtà misterica del Signore Gesù Cristo.
È evento la nascita a Betlemme del Verbo incarnato, la vita trascorsa a Nazareth, vissuta nel silenzio, nell’umiltà e nel lavoro quotidiano, l’apostolato, l’annuncio della Parola di salvezza, i miracoli: tutti i segni contenuti nell’Eucaristia.
È evento la Passione di Gesù. L’Eucaristia è memoriale: riattualizzazione della sua crocifissione e morte che continua nella Chiesa e fa rivivere ciò che Gesù ha fatto. La sua passione-morte, oggi, è testimonianza dell’amore di Dio e comunione con la sofferenza umana.
È evento la sua Risurrezione. Perciò ogni volta che si celebra si annunzia, si proclama il Cristo Risorto. L’Eucaristia è un segno escatologico della vita che verrà. È la Pasqua che si rivela e si celebra nel tempo, ma la sua origine è nel pensiero eterno di Dio. “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio, il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui…” (Gv 1,1,3). È l’Evangelista Giovanni che all’inizio del quarto Vangelo apre il mistero della redenzione con l’avvento del Verbo incarnato. Egli era da sempre nell’eternità, poi in un tempo determinato diventa uno di noi.
Tutto converge all’Eucaristia: presente, futuro ed eternità. Gesù è il Signore del cosmo, profezia, salvezza, punto di partenza e di arrivo di tutta la Rivelazione. L’Eucaristia è Gesù nella sua totalità e pienezza. Lui è Principio e Fine di tutto. “Egli era l’immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura, poiché per mezzo di lui tutte le cose sono state create, quelle nei cieli, e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili…” (Col 1,15).
Dire Eucaristia è proclamare Gesù Figlio di Dio, Redentore – Salvatore. Questa verità teologica – eucaristica invita a conoscere, approfondire questa verità di fede, esorta a credere alla sua presenza nell’Eucaristia, a riceverla, a celebrarla.
Nell’Eucaristia si attua una profonda comunione spirituale: Gesù in noi, noi in lui. Mangiare è assimilare, è avere la sua stessa vita divina, è configurazione a lui. Quale grande mistero! L’evento si ripete, si rinnova ogni giorno. Il compimento e la pienezza sarà nell’eternità.
La vita di ogni fedele è legata indissolubilmente al sacramento dell’Eucaristia. Non si può separare la fede e la vita del credente dall’Eucaristia, come non si può scindere l’esistenza dalla necessaria alimentazione.
Conosciamo bene dall’esperienza, l’avventura della vita. Si nasce senza nostro consenso, si vive nel mondo esposti a tutte le evenienze: gioia di vivere, di conoscere, di essere liberi, felici, di correre verso il domani e le conquiste del futuro. Dall’altra parte ci sono anche innegabili aspetti negativi: solitudine, tristezza, avversità, malattie, incidenti, morte. La vita va e viene. Ondate di luce, spazi di ombre e nuvole nere minacciano l’esistenza.
L’Eucaristia è il prolungamento dell’incarnazione. Gesù viveva in mezzo alla gente, annunciava il regno di Dio, compiva miracoli, pronunciava parole di consolazione, di speranza e di salvezza, così anche oggi opera allo stesso modo: “Cristo ieri, oggi e sempre”. La sua missione continua ancora. Per questo è venuto, è morto e risorto.
L’Eucaristia è la continuità della missione di Gesù. Se così non fosse verrebbe meno la sua promessa: “sarò con voi sempre”, “fate questo in memoria di me”. L’Eucaristia è vita: “Io sono il pane della vita”. Che significa? Essa, è dentro il nostro tempo, nelle nostre situazioni, nella realtà dei nostri giorni. Durante l’itinerario quotidiano quanti problemi, incontri, sorprese, novità, fatti, eventi.
L’Eucaristia è presenza del Figlio di Dio nel nostro tempo segnato con il sigillo della sua morte-risurrezione che ha trasformato in tempo sacro della redenzione e della salvezza.
L’Eucaristia è nel Tabernacolo, in ogni chiesa, perché il Signore vuole incontrare, parlare, guarire, consolare come faceva durante la sua vita con tutti quelli che lo cercavano. La sua missione continua. A lui si può confidare solitudine, amarezza, difficoltà e drammi della vita. Quella presenza silenziosa, povera è operante in mezzo a noi. Lui ripete ancora con forza: “abbiate fede in me”. “Voi che siete affaticati e stanchi venite a me, io vi ristorerò”. Ricevere l’Eucaristia è accogliere l’esortazione di Gesù: “prendete e mangiate questo è il mio corpo, prendete, bevete questo è il mio sangue”. Lui vuole essere il sostegno nel cammino di ogni giorno.
La celebrazione eucaristica riattualizza l’evento del suo sacrificio, per la nostra salvezza. Partecipare alla celebrazione è unire la propria sofferenza a quella del Figlio di Dio.
A Lanciano contemplando l’Ostia fatta Carne, il vino diventato Sangue, troviamo conferma della promessa di Gesù, certezza nell’istituzione dell’Eucaristia. Questo Miracolo richiama alla memoria, fa rivivere la Cena del Signore in quella sera memorabile del Giovedì santo.
Per chi crede, il tempo è come un amico che corre con noi per accompagnarci verso la vita. Non siamo soli, c’è il Figlio di Dio presente nell’Eucaristia. La parola tempo potrebbe apparire inaccostabile ad Eucaristia, ma essa è stata istituita in un giorno, in un’ora precisa.
Oggi continua a perpetuarsi nei secoli attraverso la mediazione della Chiesa depositaria dei beni spirituali proclamati da Gesù. L’Eucaristia si celebra e si tramanda al futuro attraverso il segno del pane e del vino insieme alle parole della consacrazione. Essa, ora, in forma e dimensione diversa continua il mistero dell’incarnazione, perciò rende presente, vivente ancora oggi il Signore.
La sua presenza riempie il tempo e accompagna la Chiesa verso il futuro. Per questo l’Eucaristia è il segno escatologico (tempo della fine), annunzio dell’eternità. Il tempo nella sua realtà essenziale può essere definito cosmico e storico. Il primo riguarda il movimento degli astri, il ritorno delle stagioni. Il tempo storico è il tempo in cui viviamo e registriamo gli eventi, i fatti, le situazioni che si imprimono nel nostro essere, nel nostro vivere.
Il Signore con l’incarnazione è venuto nel tempo e nella storia umana. Ha sacralizzato e santificato il tempo cosmico e storico. Con lui ha origine il tempo della conversione e della salvezza. L’Eucaristia è definita anche viatico, pane del viaggio. È il viaggio verso il futuro, verso l’eternità. Tutti conosciamo la fatica del cammino: stanchezza, delusioni, malattia, morte, speranze e aspirazioni alla felicità. Gesù pane di vita è il nostro viatico.
Non siamo soli. Lui vive e cammina con noi in questo tempo dell’esistenza. Perciò la fede nella sua presenza è come lampada che illumina e sostiene il nostro quotidiano. I giorni, gli anni, i secoli seppelliranno le tracce del nostro passaggio terreno, i ricordi svaniranno, la storia continuerà il suo corso, gli uomini continueranno a nascere e a morire, ma l’Eucaristia resterà fino alla fine, anche quando noi saremo oltre il tempo, nell’eternità.
Eucaristia mistero di fede
Il tema della fede coinvolge tutta la vita cristiana e la stessa salvezza. La fede è la prima delle tre virtù teologali. Senza la fede non c’è l’apertura della mente e del cuore alla Rivelazione di Dio. Nella vita, senza la fede c’è silenzio e buio, non ci sono risposte radicali e definitive ai problemi più scottanti dell’esistenza, come la sofferenza e la morte. La fede è luce, grazia, speranza, principio di ogni dono, fondamento del cammino cristiano.
Noi siamo e ci muoviamo tra i misteri della creazione e della redenzione. A noi, come creature umane ci si impone di riconoscere il limite della ragione e dell’esperienza condizionata dal gravame della materialità. I misteri sono dentro i sentieri della vita, nella storia dell’umanità, negli spazi illimitati dell’universo.
Credere è capire, vedere, andare oltre i confini del nostro essere ed aprirsi a Dio che parla e si rivela all’uomo attraverso il Figlio, Parola del Padre: “la Parola si è fatta uomo” (Gv 1,1). La fede è un atto di fiducia, di accoglienza e di abbandono alle verità rivelate, ma si è sempre soggetti ad incertezze e paure.
Quel monaco basiliano dubbioso che fu occasione del Miracolo di Lanciano rappresenta ognuno di noi. Quel monaco, va compreso, accolto, perdonato perché esprime realmente il nostro stato spirituale di fronte all’Eucaristia. In ogni celebrazione eucaristica dopo le parole della consacrazione, il sacerdote proclama “mistero della fede!”. È un miracolo non visibile e sperimentabile. Con gli occhi non vediamo la trasformazione del pane e del vino. Per questo sono ricorrenti i nostri dubbi, le supposizioni e le ipotesi.
Il Signore per facilitare la nostra comprensione ha parlato chiaramente: “dei piccoli è il regno dei cieli; beati i poveri nello spirito; siate semplici come colombe”. La consapevolezza-riconoscimento del nostro limite ad ogni livello apre alla verità delle parole di Gesù: “questo è il mio corpo, questo è il calice del mio sangue”.
Solo accogliendo questa profezia, l’Eucaristia si fa presenza e vita della nostra vita. S. Cirillo di Gerusalemme esorta “a non vedere nel pane e nel vino semplici e naturali elementi, perché il Signore ha detto espressamente che sono il suo corpo e il suo sangue: la fede te lo assicura benché i sensi ti suggeriscono altro”.
A Lanciano, dinanzi al Miracolo, nel silenzio, nella solitudine, nelle aspirazioni ed elevazioni di lode ed adorazione si può avere maggiormente la certezza delle parole di Gesù. Così la fede si fa luce, il mistero si apre, la mente accoglie, il cuore esulta.
Padre Silvio Di Giancroce